• Produttore: Az. Ag. Gradizzolo
  • Vino: Bricco dell’Invernata
  • Denominazione: Barbera Colli Bolognesi
  • Vitigno: Barbera
  • Annata: 2005
  • Tit. Alcolemico 14% vol
  • Prezzo: 10/15 €

Primo post in cui vado a degustare un vino della mia zona, l’Azienda Agricola Gradizzolo si trova a Monteveglio, piccola cittadina situata sulle colline a circa 20 km da Bologna, famosa tra l’altro anche per la sua bellissima Abbazia. In queste colline vengono prodotti alcuni ottimi vini sia bianchi che rossi da uve come Pignoletto, Barbera, Sauvignon, Merlot e Cabernet. Inoltre vengono prodotte diverse tipologie di insaccati e formaggi e vi è una grande quantità di terreni coltivati a frutteto. Luoghi meritevoli di una visita insomma, nei quali ci si può imbattere in suggestivi borghi, mangiare specialità tipiche e bere ottimi vini.

L’Azienda Agricola Gradizzolo, piccola realtà che conta 7 ettari vitati di proprietà, si trova ad una altitudine compresa tra 180-260 m s.l.m. Qui vengono coltivati Pignoletto, Barbera, Merlot, Cabernet Savignon, Pinot Bianco e Negretto Bolognese. Inoltre vi è anche un piccolo agriturismo, nel quale, soprattutto nel week end, si possono degustare ottimi piatti della tradizione bolognese.

Ma veniamo a questo Bricco dell’Invernata, ottenuto da uve provenienti da vigne di 25 anni di età, fermentate con macerazione prolungata in vasche di acciaio a temperatura controllata, cui segue un invecchiamento per 12 mesi in botti da 300 l ed un ulteriore riposo in bottiglia di 6 mesi, come riportato qui.

Il vino è di un bel colore rosso rubino con unghia granata. Girando il bicchiere, al suo interno la massa è compatta, gli archetti sono fitti e lenti nello scendere. Grande consistenza.

Al naso, l’alcool la fa da padrone, dopo alcuni istanti ecco che alcuni sentori iniziano a fare capolino, ma ritengo che il vino abbia bisogno di maggiore tempo, quindi lo lascio nel bicchiere, e aspetto.
Passata mezzora mi accosto di nuovo al calice, il vino aveva bisogno del suo tempo per potersi donare. Grande il frutto ormai maturo, sotto spirito di prugna e ciliegia, quindi balsamico, quasi mentolato, tabacco e ancora cioccolato amaro. Terroso come il bosco d’autunno ricco di profumi e colori. Legno ben inserito e non troppo invadente, bello il suo naso intenso e potente, magari non di grande finezza.

In bocca entra caldo, il tannino nervoso si fa sentire, ma non eccede, discretamente bilanciato. Buona sapidità e freschezza, ben presenti gli aromi avvertiti in precedenza al naso. Intenso. Mandato giù il sorso rimane a lungo, e chiudendo gli occhi mi torna alla mente il ricordo del’ultimo Mon Chéri mangiato.

Di sicuro un vino da poter tenere in cantina in modo da levigare le sue ruvidità, ma che può essere bevuto anche ora abbinandolo a secondi piatti a base di carne grigliata o formaggi stagionati.

Tre cuoricini pieni.

♥♥♥♡