lunedì 19 settembre 2011

Due giorni tra Barbaresco e Dogliani

Il pretesto era ritirare alcuni cartoni di vino. Siamo a metà Luglio, troppo caldo (almeno in quei giorni) per lasciare le mie amate bottiglie nei furgoni accaldati di sprovveduti corrieri (non me ne vogliano). Poi ripeto, la scusa per non andare al mare con questo caldo, ma bensì in Langa, dovevo pur trovarla. Così con un paio di telefonate prenoto. Ad alloggiare andiamo da Cascina delle Rose a Barbaresco.


Oltre ad essere un’ottima azienda vitivinicola (il vino l’ho ordinato proprio da loro), i proprietari gestiscono da oltre 12 anni anche un grazioso agriturismo. L’ambiente è familiare, la sensazione è quella di sentirsi a casa, tranquillità e relax sono garantiti. Giovanna, Italo ed i figli Davide e Riccardo sono persone cordiali e di una gentilezza davvero unica, pronti in ogni momento a coccolarti. I loro vini sono tutti di grande livello, partendo dal Dolcetto d’Alba “A Elizabeth”, passando alle due Barbera d’Alba ”Rio Sordo” “Donna Elena”, si arriva al ”Langhe Nebbiolo” che prepara il palato ai due Barbaresco: il ”Rio Sordo” ed il “Tre Stelle”. Fantastici, eleganti, regalano emozioni. Tutti quanti i loro prodotti in ogni caso si caratterizzano per la loro estrema pulizia e finezza. Provare per credere.

La mattinata è giovane, lasciamo le valigie e ci spostiamo nella vicina Neive, che oltre ad essere uno dei villaggi in cui vi risiedono alcuni dei nomi più importanti del Barbaresco, rientra anche tra I Borghi Più belli d’Italia



Passeggiando e scattando alcune foto da veri turisti, arriva mezzogiorno. Dove andare a pranzare? In effetti ci avevano consigliato un posto! A Treiso. La Ciau del Tornavento. Pochi chilometri e arriviamo, l’ambiente è moderno e accogliente. Dalla terrazza esterna si gode di un’ottima vista sulle vigne e, se la giornata lo permette, anche sulle alpi. Il servizio è curato nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso. I piatti sono prettamente del territorio e quindi di tradizione, ma strizzano un occhio all’innovazione. La carta dei vini è commovente, non finisce mai. A fine pasto non potete non chiedere se è possibile visitare la cantina, è mozzafiato, vanta più di 5.000 etichette.



In effetti ci avevano consigliato proprio bene! Ristorante stellato di grande livello. Avere la possibilità di cenare in questi ambienti non è solo un’occasione per apprezzare le pietanze ed il servizio, ma si tratta di vere e proprie esperienze culturali.

Nel tardo pomeriggio ci siamo dunque diretti a Dogliani, dove andiamo a trovare una grande donna del vino, Nicoletta Bocca. Siamo a Sanfereolo.



Dopo una chiacchierata di presentazione ed un breve giro in vigna, ci spostiamo in cantina, bellissima la sua particolare forma. Nicoletta ci fa assaggiare campioni da botte, che a mio avviso è una pratica sempre molto istruttiva e ci fa visitare i vari locali. Così ci spostiamo in casa, luogo dall’atmosfera “magica” che ci fa sentire a nostro agio. Qui degustiamo e, fra tutti, che buoni il Langhe bianco “Coste di Riavolo” 2005, dove il riesling con la sua acidità si fa sentire, ed Il Langhe Nebbiolo “Il Provinciale”, ottima espressione del nebbiolo in terra di dolcetto. Per finire ecco versato nel calice il Dolcetto di Dogliani Superiore “Sanfereolo” ; che splendido vino, elegante, complesso e dalla grande longevità. Ogni annata ha il suo perchè.

E si dialoga, toccando mille argomenti, alcuni anche molto profondi. Si passa dal discutere di vino, vinificazioni e scelte etiche passando al parlare di snowboard, per finire con la filosofia e gli astri. Fatto sta che salutiamo Nicoletta che è tarda notte.

Una fantastica giornata quella trascorsa a Sanfereolo, una vera e propria esperienza anche questa. Grazie Nicoletta, qualcosa in più, e non solo di vino, l’ho imparata.

La domenica salutiamo Barbaresco, Giovanna e Italo di Cascina delle Rose e ci dirigiamo nuovamente a Dogliani per un pranzo in compagnia di una coppia di amici (Sandra di Un Tocco di Zenzero e compagno).



Il ristorante Fior di Sale si trova poco fuori Dogliani, sulla strada che porta a Farigliano, immerso tra le dolci colline coltivate a vigna. L’ambiente è moderno, molto curato sia all’interno che fuori. La cucina è tipica, rivisitata in chiave moderna, con grande cura sull’aspetto e la composizione dei piatti e con una discreta cata dei vini. Un ristorante che vale proprio la pena di provare se siete da quelle parti. Non deluderà.

Il pomeriggio viene tardo ed è ora di salutare a malincuore i nostri amici e mettersi in viaggio verso casa, con il sorriso e con il pensiero che presto ritorneremo.

Che belli questi due giorni tra Barbaresco e Dogliani.

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